ALIMENA

Il territorio di Alimena è lontano dalla capitale  e vicinissimo alle province di Enna e di Caltanissetta; esso è raggiungibile dalla A19 (Palermo-Catania) uscita Resutttano, a 120 Km. da Palermo.

Alimena, a 750 m. di altitudine è situata sulle propaggini delle Madonie, in mezzo a sterminate distese di grano, tra il Salso Settentrionale e l’Imera Meridionale.

Il centro di Alimena sorge quindi nella regione sud orientale delle Madonie, in prossimità della Balza di Areddula, sullo spartiacque fra i fiumi suddetti.

Le sue origini sono legate alle intense attività agricole nell’area durante il XVII secolo. Le prime abitazioni della città vennero edificate per volere di Pietro Alimena ma il centro si estenderà solo successivamente, quando nel 1628 il suo successore Antonio Alimena (che ebbe il titolo di Marchese) otterrà dalla corona spagnola (Filippo IV) la “licenfia populandi” con tutte “le giurisdizioni e le altre cose concesse nel privilegio e negli atti” comprendendo le zone di Portella Nuciforo, San Filippo, il fondo della Mazza e l’antica Imaccara (Garrosia e Bulfara).

Il suo impianto urbanistico, da manuale, si presenta a schema pressocchè regolare, a trama viaria ortogonale e allineamenti lungo un asse principale che termina nel fuoco centrale a ridosso della fiancata est della Chiesa Madre, presenta tagli viari irregolari nelle aree di margine e tessuto edilizio adattato alle acclività del sito di giacitura.

Il centro mantiene tutt’oggi le sue funzioni residenziali e commerciali e presenta i segni di riuso edilizio con scarse sostituzioni, lo stato di conservazione è discreto.

Tra i suoi monumenti più notevoli sono: la Chiesa Madre, che conserva una statua dell’Immacolata di Francesco Sorgi; La Chiesa dell’ex Convento dei PP. Riformati, che conserva un Cristo spirante di autore ignoto del sec. XVII-XVIII, e la Chiesa delle Anime Sante.

Il comune ha modesta economia agricola e zootecnica, con piccole aziende di settore e presenta forte emigrazione.

Nelle sue campagne si producono in particolare, granaglie, mandorle, fave, olive e si producono vini.

Un tempo la zona era molto fertile sia per il clima che per la posizione tra quattro fiumi: Pellizzara, il Salso di Gangi, il Segnaferi e l’Imera Meridionale e per la presenza delle miniere di sale e zolfo.

Tra le sue contrade quella di “Bolfara” ha sicuramente origini più antiche.

Nella contrada “Burgarito”, sita in aperta campagna, è una piccola abside costruita su una roccia a strapiombo su un torrente.

Nei pressi del santuario sono situate alcune grotte rupestri di notevole interesse e di altrettanto interesse è la chiesa dedicata a S. Alfonso De’ Liguori, a pianta esagonale, che originariamente fu una torre posta a guardia di un territorio amplissimo comprendente, oltre alle propaggini meridionali delle Madonie, anche i monti Erei.

Altre contrade sono: Destri, Chiappara, Garrasia, Vaccarizzo, Celsi.

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